"E’ una valutazione dei sentimenti, tra quello che si ha e quello che si potrebbe avere cambiando casa, città o colori di capelli."
Luca Giura, alias Molla, è un giovane e talentuoso artista pugliese, compositore, interprete e musicista poli-strumentista dalle infinite sfaccettature. Batterista in alcune band emergenti e front-man de Il Sogno, Molla vanta collaborazioni con nomi di spicco, tra i quali Erica Mou, e performance live sul palco di Afterhours, Caparezza, L’Aura, Giuliano Palma e molti altri. Il suo primo album da solista si intitola “Prendi fiato”, il nuovo singolo, feat Erica Mou, "Via Brioschi 62". Lui ce li racconta così.
Luca, perché hai scelto come nome d’arte “Molla”?
Mi piace e mi rispecchia. E’ piccolo, simpatico e strano. E poi io salto da uno strumento all’altro, non riesco a stare fermo!
Sei un artista completo. Scrivi, canti, suoni diversi strumenti. Qual è stato il tuo percorso formativo?
Autodidatta completo, ad eccezione di 10 lezioni di batteria prese quando avevo 18 anni. Chi non studia uno strumento, sbaglia. E’ importante suonare, provare, esercitarsi anche il doppio, se necessario. Io ho scelto questa strada da sempre.
Dici di vedere il palco come “un parco giochi”: in che senso?
Sai quando lasci un bambino in una stanza con tre macchinine, un garage Lego, delle biglie, tanti videogiochi? Beh, per me è così. Salgo sul palco e vedo tanti strumenti, pezzi di batteria, piatti, basso, varie chitarre, microfoni, effetti voce, e inizio a giocare con tutti tra una canzone e l’altra, tra una battuta e l’altra. Solo che, al posto dei genitori che mi guardano, ci sono tante persone e quindi gioco anche con loro.
Come è nata la tua passione per le sette note?
E’ nata da piccolino quando, giocando con mio fratello a nascondino in casa, ho trovato in un armadio la batteria di mio padre. La passione per la musica è venuta più tardi, all’inizio amavo solo il ritmo, il groove e i bpm.
Come definiresti la tua musica?
La mia musica è immediata, semplice, interessante, solare fuori e romantica dentro. Una musica per tutti, da cantare sotto la doccia e in giro per strada.
Hai partecipato a Sanremo nel 2006 con la band AMEBA4: ricordi di quell’esperienza?
Ho dei ricordi bellissimi. Avevo 21 anni, me la sono goduta al massimo- Ho suonato con una super orchestra: il direttore era Vince Tempera. Ero emozionantissimo! Vorrei tornare a Sanremo come Molla, in prima linea con la mia barba e il mio orecchino da pirata.
Il tuo primo album da solista, uscito nel 2013, si intitola “Prendi fiato”. Come hai lavorato ai testi e alle musiche?
Questo è un album sul quale stavo lavorando da tempo, canzoni come “Aldilà” e “I nostri occhi” esistevano già da un po’. Grazie a Marco Valente siamo riusciti a dare ai pezzi un volto vero. I testi sono da sempre affidati ad Ambra Susc, la mia songwriter preferita, mentre per le musiche abbiamo lavorato tutti insieme, creando un’idea unica di sound e di stile.
Tre aggettivi per descrivere il disco.
Unico, ricco, coraggioso.
Nel singolo “Via Brioschi 62” duetti con Erica Mou. Come è nata la vostra collaborazione?
Una storia molto bella ma te la riassumo dicendo solo che io sono un suo grande fan. Avevo visto un suo video al Roxy Bar e mi sono innamorato di lei. Poi la vita a volte ti fa dei regali meravigliosi e siamo diventati anche buoni amici e tutto questo mi ha portato a farle ascoltare alcuni miei brani, tra cui “Via Brioschi 62”. Abbiamo iniziato a canticchiarla ed è nata una bella alchimia. L’abbiamo registrata e adesso eccoci qui, a parlarne. Il cassetto dei sogni ora è un po’ più libero.
Di cosa parla il brano?
È una via di Milano. E’ il ritrovarsi di fronte alle scelte, è la voglia di rischiare e buttarsi nelle cose. E come spesso accade nelle mie canzoni, ci si trova di fronte agli interrogativi della crescita. E’ una valutazione dei sentimenti, tra quello che si ha e quello che si potrebbe avere cambiando casa, città o colori di capelli.
Sei reduce dal Medimex di Bari. Prossimi appuntamenti? Concerti?
Il Medimex è stato una bomba! Per quanto riguarda i concerti, a dicembre farò qualche live nella mia regione, la Puglia. Poi, anno nuovo, si ritornerà in giro per l’Italia. Ha sempre il suo fascino suonare in paesini sperduti, in città che non hai mai visto, conoscendo sempre gente nuova.
Quali artisti ascolti in questo momento? Quale genere musicale ti ha influenzato maggiormente?
Ti faccio una piccola lista, è sempre difficile rispondere a questa domanda. Ti dico Jovanotti, Tiromancino, DiMartino, Brunori SAS, Otto Ohm , Negramaro, Coldplay, Keane, Travis, Dargen D’Amico, Elisa, Cristina Donà, Moltheni, Le strisce, Mai Personal Mood, Le Carte, Pasquale Delle Foglie e UNA.
Molla del futuro?
Mi vedo con la barba ancora più lunga, con un figlio, con tanti concerti da fare, con un pubblico sempre più attento alle mie canzoni da 3 minuti e 30 secondi. Mi vedo nei club, con un biglietto a 5 euro e poche ore di sonno.
In Italia c’è ancora spazio per i giovani cantautori?
Ci sono tantissime difficoltà oggi nella musica, ma sono le difficoltà stesse a farci fermare, a farci smettere di sognare e a far diminuire la passione che abbiamo dentro. Vedo sempre il lato positivo delle cose e non mi faccio fermare mai da niente e da nessuno. Però viviamo in un’epoca musicale molto precaria. I soldi non girano, i cachè sono scarsissimi e sei costretto a suonare da solo, in due o in trio perché non si rientra nelle spese. Siamo in un’epoca musicale in cui i cd non si vendono nei negozi ma si vendono ai concerti. Nel frattempo è tornato il vinile che costa troppo da realizzare e da vendere. La gente, se paga un prezzo d’ingresso per un concerto, non ha più soldi in tasca per una birra o per un disco. Viviamo in un’epoca in cui i treni costano tantissimo, la benzina è sempre più alta e gli aerei diventano sempre più scomodi! Però tutto questo non mi ferma. Sono pazzo? Sì!